11 dicembre 2005

Il mio anno zero

La mia vita si è divisa in due periodi cha vanno da 0
a 19 anni e dai 19 ad oggi.

Rispettivamente parlo del periodo ADAP (avanti disturbo da
attacchi di panico) e periodo PDAP (Post disturbo da attacchi di
panico).

Non riuscivo a capacitarmi di ciò che mi stava accadendo. Cercavo di fare quello che avevo sempre fatto; stare con gli amici, andare ad una festa, mangiare, dormire, cercare un lavoro.
Ma non mi riusciva più. Non potevo che vigilare sui i miei sintomi più o meno immaginari.
Il mondo era inesorabilmente cambiato, il mio modo di percepire le cose veniva filtrato da "non sapevo cosa". E poi non accettavo, assolutamente non accettavo l'idea di avere qualcosa che fosse legato alla mia mente.
Probabilmente, mi dicevo, devo modificare il mio stile di vita e vedrai che con una fidanzata, il lavoro sicuro e il conto in banca le cose cambieranno.
Non avevo bisogno di raccontarlo agli amici, e poi mi sarei vergognato troppo, non volevo assolutamente essere uno con un problema, ed ero certo che mi sarebbe bastato cambiar vita, avere finalmente un esistenza sana con delle soddisfazioni morali e, perchè no, anche materiali.


SPEDITO DALLO PSICHIATRA DAL MEDICO CURANTE
Per la serie "Sapevo perchè ci andavo, ma non ci credevo"
La donna col camice mi batteva con martelletto per verifcare i riflessi e poi mi faceva domande alle quali non volevo assolutamente rispondere. Mi vergognavo come un ladro...
Ha la tendenza a rimuginare sulle cose?
Rispondevo si ed era vero.
Ha paura di morire?
Risondevo no ma non ne ero certo
Dopo circa mezz'ora ne uscivo ripulito di 150.000£ e con una bella ricetta a base di psicofarmaci in tasca.
Il farmaco in questione era il Tofanil da 25mg da prendere due volte al giorno, una specie di m&ms in miniatura che doveva curare il mio disturbo.
Nel frattempo avevo trovato il "lavoro sicuro" e mi guadagnavo da vivere e soprattutto mi distraevo. Ma la notte era sempre un problema addormentarsi e prima di prendere delle gocce mi sarei fatto scorticare vivo. Fu così imparai a leggere fino a sfinirmi; libri, riviste, cruciverba. Alla fine crollavo io e mi crollava il libro sulla faccia.

Un bel giorno però i pensieri, il rimuginare, arrivano anche sul lavoro. Fu come se qualcosa avesse pian piano sfondato una barriera. Io mi ero barricato dietro le cose da fare, ma il paziente nemico si era messo a rosicare le mie mura di cinta ed infine eccolo sbucare nei miei pensieri.

Ero agli inizzi e non di rado mi affibbiavano alcuni lavori di routine, cose che puoi benissimo fare senza pensarci troppo e che alla fine ti annoiano pure un po'. Non era un bene, i lavori monotoni e ripetitivi lasciavano troppo spazio ai pensieri assillanti del tipo:

Non ne uscirai mai... No, non dirlo!
Sono un povero psicopatico si o no (sbarrare la casella interessata)
Potrei arrivare ad uccidermi?
Le medicine che ho preso mi fanno traballare o me lo sto solo immaginando?
Perchè ho questa sensazione di non essere presente, di vedere le cose come da lontano...
ecc...

Effettivamente avevo la tendenza a farmi delle belle seghe mentali...
Ma certi disturbi erano reali e se solo ne avessi parlato col mio medico avrei saputo la verita invece di angosciarmi inutilmente. Ad esempio, il fatto di vedere le cose come da lontano o le piccole vertigini sono sintomatologie di uno stato ansioso+altra roba ecc... (scusate ma odio i termini specifici da manuale del piccolo Freud), quindi il miglior consiglio che posso dare a chi ha questo problema è: PARLANE!
Non dico di uscire in strada con la maglietta I love panic attack... ma non fatevi problemi a dire che avete un problema e, perchè no, che proprio in quel momento state male, che nel bel mezzo di una cena dovete uscire, dovete stringere la mano di un amico e sentirvi confortati per un attimo. Credetemi c'è un sacco di gente ben disposta... un sacco di gente che oggi conosce questo disturbo e non c'è bisogno di farne un fardello personale da tenere sotto il cuscino.


Cosa mi è successo poi?

Allora...
I miei amici erano patiti delle discoteche e ci sono alcune cose che un "poveretto affetto" da attacchi di panico odia e cerca di evitare: essere lontano da casa, fare la fila, stare nel mucchio.
Naturalmente la discoteca, che oltrtutto non mi è mai piaciuta molto, è tutto questo.
Fortunatamente era l'estate del 1993 (l'anno zero) e da queste parti si animano le passeggiate sul mare e stare all'aperto eliminava una parte del problema.
Ma la cosa più dura era tener su la maschera davanti alla gente, davanti alle ragazze.
Bisogna tener conto che nel 1993 dei DAP non ne parlava quasi nessuno e per un ragazzo di 19/20 anni era veramente un problema trovare dei riscontri. Oltretutto a me sentir parlare di ansia e depressione in tv dava fastidio, e persino un film comico tipo "Tutte le manie di Bob" con Bill Murrey riuscì ad agitarmi poichè il protagonista era un fobico convinto...
Conlusione: non volevo accettare il problema, non ne volevo sentir parlare poichè lo riportava a galla, non capivo ancora bene la causa e cosa fosse, insomma naufragavo alla deriva...


__Stop

7 Comments:

At 9:00 AM, Anonymous Anonimo said...

ciao Cisco, volevo farti un saluto...ti ho scritto qualche mese fa, una storia con un uomo che soffre di dap e che ha avuto un attacco mentre eravamo insieme...beh noi non abbiamo risolto, lui si ostina a fare da solo e io non posso insistere a questo punto...
ma tu come va? la cura che avevi iniziato sta dando risultati concreti?

 
At 9:36 AM, Anonymous Anonimo said...

Ciao

Si, la cura funziona e “mi ha rimesso in moto”, nel senso che oltre a non avere più tutta una serie di disturbi derivanti da un forte stato ansioso, adesso ho nuovamente voglia di uscire, di dedicarmi a qualche

Hobby, di lavorare ecc… oltretutto questa cura non so come, ma mette un certo tipo di appetito… strano ma vero…

Mi dispiace per la tua situazione, ma del resto non è semplice convincere una persona a curare un disturbo di questo tipo… anche io per anni mi sono trascurato in questo senso e me ne pento amaramente perché

curandomi come si deve sarei stato certamente meglio e di conseguenza avrei vissuto diversamente 12 anni della mia vita…

Ma… ultimamente il tuo ragazzo è stato male? Da quando ha questo disturbo è cambiato sotto qualche aspetto? Tipo… è irascibile, è assente, è taciturno??

Ad ogni modo daglia ancora un po di tempo, quando non ne potrà più di star male vedrai che deciderà di curarsi…

Ma esattamente dove eravate quando accadde il fatto? Siete più stati in quel posto o lui si è rifiutato di tornarci o ha trovato scuse?



E da un po’ che non aggiorno il Blog e ho un po’ di cose da scrivere... inoltre ho anche intenzione di creare un sito e un forum per avvicinare un po’ di persone che soffrono di DAP.



Ciao… Scusami ma non mi ricordo il tuo nome

 
At 12:28 PM, Anonymous Anonimo said...

ciao Cisco, sono sempre io...il mio nome nn te lo avevo detto, chiamami Cri, come tutti gli amici.
Mi fa molto piacere che la cura funzioni e sopratutto che funzioni nonostante i troppi anni che hai sopportato la cosa...

No, in effetti è difficilissimo convincerlo...credevo di esserci riuscita ma non era così.
Avrei voluto perchè so quanto è brutto e condizionante e mi dispiace per lui tantissimo...e ovviamente anche perchè a causa di ciò la nostra storia si è trasformata in qualcosa che non capisco più.

per rispondere alle tue domande, lui ha detto di soffrirne da tanto tempo, ma non era mai successo nulla con me, forse è bravissimo ormai a nascondere, non so...
Quando è successo la prima volta con me eravamo insieme a casa mia come tante altre volte e stavamo facendo l'amore...tutto bene ma al termine dell'orgasmo lui all'improvviso ha detto che stava soffocando ed è scappato via di corsa...poi è sparito x parecchio tempo, non mi dava spiegazioni e mi evitava.
Finchè non è stato costretto a dirmelo, ma per vari mesi ci parlavamo ma lui nn riusciva nemmeno a toccarmi.
Poi improvvisamente ha deciso di tornare su casa mia e ha tentato di stare cn me ma c'era qualcosa di strano, non arrivava mai alla fine...dopo qualche giorno mi ha detto che si era risentito male.
Può essere che ora la sua paura sia legata all'orgasmo?
Cisco...peggio di così!!!
Comunque si, ha un comportamento strano, a volte sembra un'altra persona, non quella che ho conosciuto...
Cavolo, dopo tutta sta roba che t'ho raccontato, facevamo prima ad entrare in una chat! :-)
(sono davvero triste e comincio a perdere le speranze)

 
At 1:11 PM, Anonymous Anonimo said...

P.S.:l'idea del sito è ottima, ci vorrebbe qualcosa che arrivi nel modo giusto e secondo me ancora non cè

 
At 3:57 AM, Anonymous Anonimo said...

Ciao Cri
In effetti chi soffre di DAP solitamente associa un luogo, una situazione, una persona allo STAR MALE... questo purtroppo posso confermartelo per esperienza personale... a me succedeva e succede certe volte quando si tratta di andare in un ristorante o ad un pub... probabilmente il tuo ragazzo è stato male mentre facevate l'amore e proprio al momento dell'orgasmo e quindi gli è rimasta come la paura che arrivare al culmine del piacere coincida con lo star male...
Prendi ciò che scrivo con la dovuta cautela... non sono un dottore e faccio delle supposizioni in base alla mia esperienza personale.
Una cosa che mi sento di consigliarti è di provare a metterlo a suo agio quando viene da te... nel senso di spiegargli che sei a conoscenza del fatto che lui ha paura di fare l'amore e magari dirgli che in casa hai qualcosa per alleviare lo stato di malessere (gocce EN o quel che usa lui)... in pratica devi far si che lui ritenga la tua casa un luogo sicuro, un luogo dal quale non scappare ma semmai dove "rifugiarsi".
Le persone che soffrono di attacchi di panico vogliono esser prese per mano come bambini spaventati, sembra assurdo ma è così...
La chat potrebbe essere una buona idea per discuterne meglio.
fammi sapere, ciao per ora

 
At 11:59 AM, Anonymous Anonimo said...

Ciao Cisco, sempre Cri.

Vedi, io ho provato a metterlo a suo agio, soprattutto quando mi ha confessato la cosa, ho compreso subito, non l'ho guardato come fosse uno psicopatico ma semplicemente come una persona che ha una malattia che va curata, come tutte le malattie. Ho capito che lui non ne sa quasi nulla, se la tiene dentro da anni, ma è una vergogna per lui che "fuori" è uno tosto...Ci ho messo pazienza, dolcezza, ho fatto ricerche su internet per fargli prendere confidenza con questa cosa... Ho trovato un medico che fa terapia cognitivo-comportamentale, un metodo americano che ti insegna specificamente a bloccarli sul nascere...almeno per iniziare, per provare... A lui sembra scivolare tutto addosso, eppure sono anni che sopporta...
QUINDI MI SORGONO UNA SERIE DI DUBBI:
- forse contrariamente a quel che penso, faccio male a parlargliene, a dargli la possibilità di tirare tutto fuori, forse a lui provoca ancora più fastidio
- forse chi ha questa cosa a volte finisce per starci bene dentro, una sorta di alibi per sfuggire ad altro...

Cmq se ti va di prendere in considerazione l'idea di discuterne meglio in chat, io uso spesso il messenger di yahoo, potrei darti il mio nick, oppure dimmi tu

Ciao, buona serata :-)

 
At 1:45 PM, Blogger Cisco said...

Sullo starci bene dentro ho dei seri dubbi, credimi... è una condanna. Magari qualcuno può utilizzare questo problema come scusa per evitare di andare e/o fare cose... ma starci bene non credo proprio.
Ad ogni modo forse nessuno potrà convincerlo a curarsi, è solo lui che ne deve sentire l'assoluto bisogno. La miglior cosa secondo me rimane una buona cura, esistono dei medicinali specifici che aiutano a rilassarsi e dopo allora si può risalire alla radice del problema, magari con la psicoterapia.
Se vuoi contattarmi il mio nick su yahoo messenger è cisco1073.
ciao per ora

 

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