08 gennaio 2006

Noi uomini duri

La sala di attesa è piccola, minuscola e la signora che prende gli appuntamenti e gestisce la "coda" chiacchiera troppo. La mia compagna è venuta con me, per la prima volta qualcuno si interessa veramente a ciò che mi affligge. Lei vuole capire e io mi sento incredibilmente fortunato. Capire nel mio caso significa intuire che ci sono delle verità che mai ho raccontato, che nessuno conosce. Naturalmente tutto questo prima di iniziare a scrivere su questo blog...
L'impressione è di stare al circolo dei "malati di testa"; le persone in attesa parlano dei propri problemi, li spiattellano ai 4 venti come se parlassero del tempo o delle mezze stagioni che non esistono più. Dall'ultima volta che sono stato da uno specialista in psichiatria sono passati un po di anni, 12 per l'esattezza. Evidentemente le cose sono cambiate.
Due giovani donne in tenuta da "domenica in passeggiata" tengono banco, pare facciano pubblicità alla psichiatra. Raccontano, prima una poi l'altra, il loro periodo buio e di come la dottoressa le ha salvate. Una racconta dei suoi problemi comparsi alla età di 26 anni e di come più di una volta le sue amiche l'evessero riaccompagnata a casa dopo un'attacco di panico in piena pista da ballo in discoteca. L'altra amica, passandosi le dita smaltate fra le ciocche bionde, narra la sua vicenda, il suo calvario depressivo comparso all'età di 28 anni.
Credono di aver capito, credono che il motivo per cui siamo lì è la mia compagna. Poi nella discussione entra anche la "direttrice" della sala d'aspetto e guardando in modo compassionevole la mia ragazza le dice "non si preoccupi tutto si risolve". E' il momento, prendo la palla al balzo, poso il giornale, le guardo, mi guardano e allora gli dico: No, il problema è mio.
Mi sembrano sorprese.
Gli uomini difficilmente ammettono questa tipologia di disturbo e poi siamo in un a città dove l'omo è duro, è omo di porto!
Ma è vero e daltronde anche io ho taciuto per molto tempo, ho finto e mi sono fatto del male!
Cosa c'è di così vergognoso, cosa mi ha spinto a star zitto per tanti anni... oltretutto questo timore di essere scoperto ha amplificato enormemente il disturbo.
L'uomo deve essere un duro... chi lo ha detto? chi me lo impone? quali sono i parametri?
Ammettere di avere un problema di questo tipo significa essere un debole?
O forse è più vergognoso nascondersi?
La mia ex ragazza si rifiutò di andare dallo psicologo quando ebbe un crollo nervoso.
Ne sono uscita da sola, diceva con fierezza tragicomica. Non ha mai saputo del mio problema, non ci siamo mai capiti, non ricordo un momento di vera sincerità. Un giorno sono esploso, è crollata la maschera, l'ho trattata malissimo e li mi ha detto addio.