26 ottobre 2007

Hanno detto "a caso"

Ritieni di poter dire la tua e sai esattamente ciò che gli altri vogliono sentirsi dire.

Ti sei preparato ad affrontare una giornata e le altre a seguire.

Sei la perfetta macchina da rapporti interpersonali.

Hai provato a rispondere cercando una risposta nel posto sbagliato, sotto la suola del tuo cervello. Hai trovato una risposta oltre la finestra; non è servito.

L'uomo per bene va a votare, l'uomo per bene va in chiesa, l'uomo per bene non ruba le caramelle.

La donna perbene fa un pompino e dopo cucina un pasto nutriente.

Il suo uomo può ritenersi soddisfatto, ma non lo è.

Una casa accoglie e riscalda mentre qualcuno dorme sotto i ponti.

Ma se questo qualcuno si spegne per il gelo che gli gratta la pelle, chi ne ha colpa?

E' colpevole il fato o l'indifferenza? Non lo so.

Per 31 anni ho dormito al fianco di un bosco. Credevo che imprigionato all'interno di ogni albero vi fosse uno spirito e che la notte questi si ritrovassero per discutere animatamente delle mie vicende di vita quotidiana. Era anche mia convinzione che all'interno di questo gran jury di entità si fossero formate due fazioni a sostegno di giudizzi diametralmente opposti.

In primavera quando la pioggia donava i freschi colori del risveglio, la notte gli spiriti del bosco si concedevano aggraziati giri di danza; nel bosco era estasi, un lontano ritmo sussurrato dal vento della prima fioritura sotto un cielo lucido di stelle.

Perdonavo gli spiriti per il tempo che sottraevano all'analisi dei miei risvolti diurni, poichè non v'era spettacolo che io avessi mai visto paragonabile al loro volteggiare sulle trame della notte.

Alla sera poi m'incantavo nell'ipnosi del tramonto oltre il bosco e riducevo tutto ad un incanto. Siete certi che la vostra vita non sia una fiaba in un volume abbandonato sotto strati di polvere. Nel mio bosco danzavano spiriti ciarlatani, nella casa infondo alla strada viveva una donna lupo e una voragine nei campi ha inghiottito un mago che stringeva in pugno una sfera di pirite. Mi dissero che aveva intensione di implodere e non di esplodere e io ci ho creduto. Quando poi mi sono svegliato era tutto un sogno e con la musica nella testa sono sceso per la strada in cerca di una traccia.

Gli alberi non mi hanno visto, il cielo gocciolava di un pianto liberatorio e impercettibile, le orme che ho seguito si diramavano per poi ricongiungersi e mi sono spaventato per questa strada che tornava sempre sui suoi passi. Immaginate l'odore che ingoiavo, il fetido tanfo di piedi che marciscono in impronte di catrame.

Quella notte gli eterei abitanti del mio bosco non si sono schierati, non hanno avuto alcun battibecco. Decisione unanime, giuria concorde: la trama rischia di annoiare, il cammino si interrompe per riprendere lungo una via senza orme da seguire.

Sul soffio di un petalo e di una farfalla loro scivolano sul mio cuscino e tramutano il riposo in sogno, immagini nella mente si fanno convinzione.

Adesso gli spiriti del bosco possono tornare a scannarsi, a dire ognuno la sua. C'è abbastanza trama per i loro denti.

Io mi rammarico e niente altro, poichè sono un'attore e niente più. Interpreto il destino e certe volte mi chiedo perchè, poi ho l'impressione di venir deriso alle spalle ma non mi volto.

Non vissero felici e contenti ma si amarono sempre e comunque.