20 settembre 2006

Risvolti e stranezze

Qual'è l'insegnamento fondamentale?
Esiste la regola senza eccezioni, l'incondizionto modo di essere e interagire?
Avete tirato le somme?
Cosa? Un'equazione di vita non si risolve?
La si accetta come l'infinito e poi si prosegue liberi dall'ossessione del se e del ma?!

Cosa vuoi fare da grande, cosa credi di poter fare, mi chiese il maestro che assomigliava a Sgarbi.
Ho pensato in quel momento: non lo so.
Ho risposto in quel momento: il giocatore di baseball e l'acchiappa fantasmi part time

Oggi so cosa voglio fare da grande? E quando sarò grande?
Ma soprattutto l'acchiappa fantasmi rende bene?

Le stesse domande ce le hanno fatte alle medie e alle superiori e io ero uno che ci credeva ai prof.
Li contestavo proprio perchè mi faceva arrabiare lo status simbolz che avevo idealizzato.
Credevo che il fatto di poter insegnare li rendesse un po' come dei saggi senza vizzi.
Ora sò che non funziona così. So che il primo della classe non sarà il primo nella vita e che chi acchiappa i fantasmi achiappa anche le belle sventole. ma??

Entrare e uscire è il diritto universale di ogni uomo. E che ci crediate o no il movimento pelvico fa girare il mondo.
Sfoglio una rivista dal medico. Mostra una foto in scala 1 a tanti milioni che raffigura il TITANIC sul fondo del mare. Inquietante. La poso e ne sfilo una nuova dal mucchio. La sala d'aspetto è vuota e fredda. Da un'angolo suona la radio, musica new age e fruscii assortiti.
La nuova rivista mostra nudità. Donne e uomini, alcuni/e col volto nero di censura.
Strana rivista per uno studio psichiatrico. E' nuova, pare mai letta.
Ci sono annunci di vario genere, offro tot cm, faccio di tutto, più siamo meglio è, ecc...
Allungo gli occhi verso la signorina alla reception, ma è assorta nel suo libro.
Allora sfoglio avido, curioso. Il sesso è sempre ben accetto. Mi colpisce lo squallore della maggior parte delle foto, mi danno un senso di sporcizia e sudore.
Poi sento la dottoressa che saluta il paziente e la porta dello studio si apre. Lancio la rivista sul tavolo delle riviste. Resta socchiusa, si vede un pene e una bocca a mo di bacio.
Dallo studio esce un bella ragazza e attraversa la sala d'aspetto. Il sedere scolpito aderisce ai pantaloni e i movimenti lo fanno ondeggiare il tanto che basta. I seni li puoi immaginare, aderenti alla camicetta e profumati di essenza e di pelle. Le labbra sono lucide e anche gli occhi, come se avesse appena finito di piangere. Le passo accanto, emana un buon odore, troppo buono, allora la fermo, la afferro per un braccio e lei si volta. Ci fissiamo un'attimo, il tempo di un battito del cuore, poi è il caos dei sensi. Si uniscono le nostre labbra e le nostre lingue sotto gli occhi esterefatti della dottoressa. Finiamo in ginocchio, avvinghiati in preghiera, uniti dalle nostre bocche. Scorre saliva e ci scambiamo l'odore dell'estasi come animali in calore. Scherzo.
La ragazza mi passa accanto e io saluto la dottoressa. Entro nello studio e parlo per 50 minuti dei miei alti e bassi, dei sogni, degli incubi. Poi pago, saluto «arrivederci», percorro la sala d'aspetto, guardo sul tavolo e le riviste sono come le ho lasciate, tranne quella degli annunci che non c'è più.